Cambiare per stare meglio

Il significato del termine naturopatia è noto soltanto a chi sceglie di ricorrere a metodi naturali per migliorare il proprio stato di salute.
L’intervista a Patrizia Revello, naturopata da alcuni anni residente a Dronero, mi ha dato l’opportunità di conoscere meglio in cosa consista questo tipo di pratica.


La prima cosa che ha tenuto a precisare è che, non essendo lei un medico, non può fare, né mettere in discussione, le diagnosi fatte dai medici. Analogamente, non prescrive terapie ma sostiene e affianca quelle fatte dalla medicina ufficiale, a differenza della quale tende a valutare la persona nel suo insieme.
Ma allora, in cosa consiste e come si svolge il suo lavoro?


La seduta inizia con una serie di domande che mirano a capire il problema che affligge il cliente (solo i medici hanno dei pazienti!), che fin da subito viene considerato un “caso” a sé stante. L’indagine conoscitiva serve a mettere in relazione la natura/costituzione della persona e i sintomi di cui soffre, passando per le sue abitudini. Ed è proprio sulle modifiche dello stile di vita che si fonda il possibile rimedio suggerito da Patrizia.

piatto verdure miste

E siccome ognuno di noi è unico e irripetibile, l’abilità del naturopata sta proprio nel capire su quali elementi si potrebbe lavorare per ottenere un miglioramento dei sintomi: per esempio, si va da ritocchi della dieta alimentare all’introduzione di una qualche attività fisica, compresa una più corretta respirazione per rinvigorire la vitalità della persona, insieme a un riequilibrio delle componenti emotive e mentali, che solitamente giocano un ruolo importate nelle disarmonie di cui si soffre.


In pratica, risvegliando e attivando le risorse che il nostro corpo naturalmente possiede, e sbloccando l’energia vitale che non circolava più liberamente, si può tentare di ristabilire l’equilibrio perduto. In caso non si abbiano particolari disagi, si può potenziare l’organismo perché continui a dare il meglio di sé.
Le metodiche sono essenzialmente bioenergetiche e nutrizionali, mai aggressive nè tantomeno invasive, ma sempre graduali e dolci.


È innegabile che chi si rivolge al naturopata debba essere disposto a lavorare con volontà per rinunciare a qualcosa o per introdurre qualche nuova pratica salutare, cose entrambe più impegnative che ingoiare la pasticca che la medicina ufficiale prescrive.
Quindi, se capita che dopo una o più sedute i suoi pazienti non ottengono benefici seguendo i suoi consigli, spesso il motivo del mancato successo potrebbe ricercarsi nella difficoltà di modificare abitudini radicate e comportamenti quotidiani dannosi ma scontati.


Quando si usa colloquialmente l’espressione “te l’ha detto il medico?” come sinonimo di obbligatorio, si capisce quanto al contrario possa essere difficile da seguire un semplice “invito” del naturopata a fare/non fare qualcosa.


D’altra parte, se nel tentativo di ottenere un maggiore benessere si sono già tentate varie terapie ufficiali, senza ottenerne un apprezzabile beneficio, solo allora si è disposti a tentare percorsi alternativi, a costo di qualche fatica.


In questo senso, mi ha particolarmente colpita una frase di Patrizia: “Da me arrivano persone desiderose di prendersi cura di sé a 360 gradi, non solo utilizzando farmaci, ma disposte a modificare il proprio stile di vita per creare/mantenere/migliorare il proprio benessere”. Chi si rivolge a lei deve essere pronto e disposto a cambiare qualcosa di sé, lei può soltanto indirizzarlo, assisterlo e sostenerlo.

Negli ultimi anni ha organizzato corsi di Educazione alimentare, Stretching dell’energia, Ginnastica del respiro, Ginnastica della risata, Preparazione al parto secondo natura.
Nella sua attività di naturopata, si avvale anche di Fitoterapia e Floriterapia (Rimedi floreali vibrazionali di Bach, Australiani e Californiani), Riflessologia plantare, Tecniche di perdono secondo il modello ideato da Daniel Lumera e trasmesso dalla Scuola Internazionale del Perdono.

Visto e considerato che la naturopatia, come detto sopra, si avvale di pratiche non invasive, può valer la pena mettersi in gioco per migliorare il proprio benessere!

Nota – L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha da tempo riconosciuto le CAM (Medicine Alternative Complementari), di cui fa parte anche la naturopatia, come attività di supporto alla medicina ufficiale, in quanto mirano al miglioramento della salute dell’individuo attraverso metodi alternativi e complementari non invasivi.
È stata inoltre riconosciuta l’esistenza di disturbi subliminali di vario tipo (CESE – Cumulative Effects of Subliminal Everything), che si sommano e non sono clinicamente riconducibili a una specifica patologia, ma derivano da un disequilibrio e possono essere trattati con metodi naturali.
Ciò nonostante, in Europa ogni Paese ha leggi specifiche e molto diverse riguardo alla pratica della naturopatia.

Articolo: Ines Beltramo. All rights reserved.

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