Il peso delle parole

Con piacevole meraviglia ho scoperto l’esistenza di un’associazione, Parole O_Stili che, come riportato nel sito web “nasce a Trieste nel 2016 dall’entusiasmo di circa 300 professionisti, della comunicazione d’impresa e della comunicazione politica, influencer, blogger, a cui in seguito si sono aggiunti molti insegnanti, studenti, imprenditori, professionisti…
Sono persone diverse, accomunate dalla volontà di rendere la Rete un luogo meno violento, più rispettoso e civile.
Ognuno si impegna a contrastare i linguaggi d’odio in Rete e lo fa aderendo al Manifesto della comunicazione non ostile.”

E ancora, così viene descritta nel sito la loro attività:
“Parole O_Stili ha l’obiettivo di responsabilizzare ed educare gli utenti della Rete a scegliere forme di comunicazione non ostile. Promuove i valori espressi nel ‘Manifesto della comunicazione non ostile’. Organizza iniziative di sensibilizzazione e formazione.

Parole O_Stili si rivolge a tutti i cittadini consapevoli del fatto che ‘virtuale è reale’, e che l’ostilità in Rete ha conseguenze concrete, gravi e permanenti nella vita delle persone.

Parole O_Stili lavora con le scuole, le università, le imprese, le associazioni e le istituzioni nazionali e territoriali per diffondere le pratiche virtuose della comunicazione in Rete, e per promuovere una consapevolezza diffusa delle responsabilità individuali.”

Il Manifesto che ne elenca i princìpi è già stato tradotto in 39 lingue. Sono inoltre disponibili anche manifesti specifici dedicati ad aziende, scuola, infanzia, inclusione, sport, politica, pubblica amministrazione e scienza.

Il manifesto, in tutte le sue versioni, è scaricabile dal sito paroleostili.it ed è possibile firmare per condividerne gli intenti, come hanno già fatto personalità e perfetti sconosciuti.
Iscrivendosi alla newsletter si resta aggiornati sulle attività dell’associazione.

Recentemente ho ascoltato la testimonianza di una ragazza, piuttosto conosciuta nel proprio ambiente di attività. Vittima di cyberbullismo, raccontava al pubblico giovane di aver superato lo sconforto che la assaliva leggendo le frasi degli haters nei suoi confronti semplicemente (si fa per dire) andando a cercare ed esaltando il valore anche di un solo messaggio positivo, sebbene circondato da tanti altri offensivi.

Se è vero che il mare è fatto di tante gocce, a volte basta un bicchier d’acqua a salvare la vita di una persona perché non muoia di sete.

È dimostrato che le iniziative che inducono le persone a riflettere e ad acquisire piccole abitudini quotidiane positive possono fare la differenza, specialmente quando sono in gioco atteggiamenti che sconfinano nella violenza.

Fonte: SalaStampa.Eu – Testo: Ines Beltramo. All Rights Reserved.

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