Missione compiuta, Capitano Tom Moore

Capitano Tom Moore

Cosa può fare per il proprio Paese un centenario che si muove con un deambulatore?
Anzitutto può insegnare molto, a dispetto di quanti ritengono che alle persone anziane non resti che lasciare spazio ai giovani e attendere l’esito finale.

Tom Moore, veterano dell’esercito britannico nella seconda Guerra Mondiale, prima di cadere vittima del Covid19 qualche giorno fa, ha fatto scuola a tutto il mondo in quanto a determinazione e audacia.
E in questi tempi, ricchi soltanto di contraddizioni e paradossi, la sua storia merita di uscire dai confini del Regno Unito per essere di esempio in ogni dove.

Viveva in un paesino a una sessantina di chilometri da Londra e negli ultimi anni aveva dovuto ricorrere più volte alle cure medico-infermieristiche, in particolare per un tumore alla pelle, per l’impianto di protesi alle ginocchia e da ultimo anche ad un’anca, per le conseguenze di una caduta.

E così, quando è scoppiata la pandemia, a dimostrazione della sua gratitudine avrebbe desiderato fare qualcosa per alleviare la grande fatica che tutto il personale del servizio sanitario stava sostenendo.

Allora, nella primavera del 2020 aveva lanciato una specie di sfida: entro il suo centesimo compleanno, a fine aprile, accompagnandosi con il suo deambulatore avrebbe percorso 100 volte i 25 metri del giardino davanti a casa, dedicando la sua impresa alla raccolta fondi in favore degli operatori sanitari. Il suo obiettivo era raggiungere le mille sterline.

Un gesto così particolare non aveva solo toccato il cuore di parenti e conoscenti, ma scatenato una vera gara di solidarietà nazionale.
E siccome, superato il primo traguardo con 12 mila sterline raccolte, aveva promesso di continuare le sue passeggiate fino a quando la gente avesse continuato a donare, si arrivò a una cifra da capogiro: 32 milioni di sterline.

Secondo il volere del capitano Tom, i fondi sono stati destinati a NHS Charities Together, un gruppo di associazioni di assistenza al personale del servizio sanitario pubblico. Lui aveva precisato che non dovevano essere soltanto i medici e gli infermeri a beneficiarne, ma tutti coloro che lavorano negli ospedali, compresi gli addetti alle pulizie, gli autisti delle ambulanze e i receptionist. Perché tutti combattevano una battaglia, proprio come aveva fatto lui durante la Grande Guerra.
Parte della cifra è anche servita a dotare di tablet i pazienti anziani isolati dalle restrizioni e privati delle visite dei familiari.

La Regina Elisabetta II ad aprile l’aveva anche promosso sul campo al grado di colonnello e insignito del titolo di baronetto.

E i record del Capitano Tom non si erano fermati lì: aveva ricevuto circa 150.000 biglietti d’auguri per il suo centesimo compleanno, moltissimi disegnati dai bambini. Insomma, era diventato il nonno di tutti, un super-nonno.

Il Covid19 non lo ha risparmiato e, con il dovuto cordoglio, mi piace pensare quanto dovesse essere soddisfatto e fiero della sua impresa, così straordinaria da sembrare una favola, ma così utile e reale da fare la differenza per molti. Grazie Capitano, anche da chi semplicemente prova ammirazione per il suo gesto esemplare.

Articolo: Ines Beltramo. All Rights Reserved.

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