APOPO, la fabbrica dei topi eroi

Ci sono topi che non sarebbe eccessivo definire eroi, perchè salvano vite umane.
Apopo, è un acronimo in olandese per Anti-Persoonsmijnen Ontmijnende Product Ontwikkeling”, che in italiano significa “Sviluppo di prodotti per lo sminamento di mine antiuomo”.

Nata nel 1995 da un’idea del belga Bart Weetjens, monaco buddista zen ed imprenditore sociale, laureato in Design del Prodotto all’Università di Anversa, l’organizzazione APOP si proponeva di aiutare le vulnerabili comunità di agricoltori di sussistenza dell’Africa sub-Sahariana.

Bart, appassionato sin da giovane di roditori e proprietario di un ratto domestico, si era imbattuto in una ricerca che utilizzava i gerbilli come rilevatori di odori. Aveva così deciso di addestrare i ratti giganti africani come rilevatori sostenibili in risposta al problema globale delle mine antiuomo.

Il progetto APOPO partì il 1° novembre 1997 e fu il governo belga a erogare la prima sovvenzione per lo studio di fattibilità.
Nel 2000 iniziò la collaborazione con l’Università di Agricoltura Sokoine di Morogoro, in Tanzania, e con le Forze di difesa del popolo tanzaniano, e furono allestiti in loco uffici e strutture di formazione. E fu un grande successo, con risultati decisivi per salvare e migliorare la vita di molte persone.

Operazioni di individuazione delle mine e di sminamento furono condotte in vari paesi, tra cui Senegal, Sud-Sudan, Zimbawe, Mozambico, Turchia, Vietnam, Tailandia e Laos. Sono tutt’ora attive in Cambogia, Azerbaijan, Ukraina e Angola.

A distanza di trent’anni APOPO è diventata una delle principali imprese sociali al mondo, rinonosciuta e premiata da reti come Ashoka, gli Skoll Awards e il World Economic Forum.
Ma il processo virtuoso non si sarebbe fermato lì. Così, la straordinaria sensibilità olfattiva dei topi fu utilizzata per individuare precocemente la tubercolosi, così da poter immediatamente iniziare i trattamenti farmacologici, decisivi se somministrati nella fase iniziale della malattia.

Nel 2008 APOPO presentò i propri studi in merito e ricevette alla conferenza di Parigi l’approvazione della IUATLD (Unione Internazionale contro la Tubercolosi e le Malattie dei Polmoni)*.

L’uso dei topi per queste due finalità prevede un periodo di addestramento dell’animale e del suo conduttore, proprio come succede per i cani. E analogamente, entrambi ricevono una certificazione di idoneità dopo aver superato un esame di valutazione.

Ma la scelta del topo ha numerosi vantaggi: oltre ad essere facilmente allevabile, comporta minori costi di preparazione e di sostentamento, rendendone vantaggioso e maggiormente sostenibile l’utilizzo.

Se ne sta anche predisponendo l’uso per la ricerca di persone sotto le macerie in seguito a catastrofi naturali e non. La sua taglia ridotta rispetto a quella di un cane lo agevola nell’introdursi in spazi angusti.

Nel 2025 iniziava una campagna per far conoscere al pubblico l’esistenza di questi topi eroi (HeroRATs), raccogliere fondi e creare una rete di sostegno. È per esempio possibile adottare a distanza una di queste bestiole ed essere aggiornati sulle sue attività.

Per chi volesse conoscere meglio la curiosa storia di APOPO è possibile consultare il sito apopo.org.

* A metà del 2009, i ratti per il rilevamento della tubercolosi avevano già valutato più di 50.000 campioni di espettorato dal loro avvio nel 2007 e identificato oltre 1.000 pazienti affetti da tubercolosi che non erano stati individuati dalla microscopia convenzionale.

Articolo: Ines Beltramo. Tutti i diritti riservati.

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