Black-out: elogio della candela, del contante e del panettiere sotto casa

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È successo davvero. La Spagna, patria del sole e delle tapas, è piombata nel buio come una serie Netflix cancellata a metà stagione. Un grande black-out ha spento tutto: luci, server, ego digitali. E mentre il blackout faceva impazzire i grafici in borsa, nelle strade risorgeva qualcosa di antico: il buon senso.

All’improvviso, la carta di credito si è rivelata utile quanto una moneta del Monopoli. I POS muti, i pagamenti bloccati, i QR inutili. Il denaro contante — quello tanto disprezzato, chiamato quasi “roba da evasori” — è tornato re. Il bar all’angolo lo accettava con un sorriso, mentre gli altri clienti, col telefonino scarico, cercavano di pagare con lo sguardo.

I piccoli negozi, quelli che “non sono al passo con l’e-commerce”, erano gli unici ancora capaci di vendere qualcosa. Avevano la serranda aperta, la candela sul bancone, e la memoria dei prezzi. Nessun algoritmo, solo esperienza.

Le auto elettriche? Addormentate. Colonnine fuori uso. Silenziose come i loro proprietari, rimasti a piedi. Mentre i vecchi diesel e le ambulanze a benzina — sì, quegli sporchi eredi del motore a scoppio — portavano medicine, pazienti e anche un po’ di realtà.

In molti hanno riscoperto l’importanza del vicino di casa, del forno all’angolo, della torcia nel cassetto e di quel vecchio accendino dimenticato nel giubbotto.

In poche ore, il progresso si è preso una pausa. E noi, incredibilmente, abbiamo respirato. Il cielo era più buio, ma dentro c’era più luce. Perché un “black-out”, a volte, non spegne: accende il cervello.

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