Un segno che può salvare la vita
La quarantena imposta a più riprese dalle autorità per combattere la pandemia di COVID-19 ha confinato in casa quasi tutte le persone.
Questa inedita situazione da un lato ha impedito le normali attività sociali che quotidianamente si avevano per lavoro, svago, ecc., dall’altro per mesi ha costretto le persone a trascorrere giorno e notte con tutti i membri della famiglia, spesso condividendo spazi assai limitati.
La convivenza forzata, continua e senza alternative possibili, lo stress dovuto alla paura e all’incertezza, oltre agli immancabili problemi economici, di salute e di relazione, esasperati dalla particolare situazione, hanno portato in tutto il mondo a un aumento della violenza domestica, specialmente quella di genere ma non solo.
Il fenomeno è stato anche ulteriormente aggravato dall’isolamento delle vittime, che faticavano a segnalare gli abusi di cui erano oggetto.
Siccome le richieste di aiuto durante il lockdown in molti paesi erano raddoppiate, il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, il 6 aprile 2020 lanciava su Twitter un appello ai governi di tutto il mondo affinché includessero nelle misure per combattere la pandemia anche strategie per proteggere dalle violenze domestiche le fasce più deboli, come donne e ragazze.
C’è da pensare che, se già in tempi normali non tutte le vittime di violenza domestica chiedono aiuto esterno e/o sporgono denuncia, durante la quarantena la convivenza forzata con il carnefice, la mancanza di spazi propri e le difficoltà di comunicazione con l’esterno hanno senz’altro reso più difficile la richiesta d’aiuto.
E la Canadian Women’s Foundation (Fondazione Femminile Canadese) ha escogitato un mezzo per facilitarla.

Dopo essersi sincerati che non fosse già utilizzato da nessun altro linguaggio dei segni, hanno lanciato e cercato di far conoscere in tutto il mondo un particolare ma semplice segnale, da fare con la mano. Somiglia un po’ a un saluto, in modo da non dare troppo nell’occhio e passare inosservato, ma presenta una caratteristica evidente per chi lo conosce.
Non solo speriamo che, con il tempo, una migliore educazione porti alla diminuzione dei casi di violenza domestica. Nell’immediato speriamo che le persone violente non siano a conoscenza del “Signal for Help” (Segnale di richiesta d’aiuto)…
Fonte: SalaStampa.Eu / Canadian Women’s Foundation – Articolo: Ines Beltramo. All Rights Reserved.
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